Appena scesa all’aeroporto di Brindisi, prima ancora di vedere il cielo aperto, l’odore del mare mi ha raggiunta.
Non era solo salsedine: era una presenza, un richiamo.
Quell’odore intenso, vivo, non si limita a sfiorarti: ti entra dentro e risveglia qualcosa. Un’attesa. Una memoria che, forse, non sai di avere.
Ci sono luoghi che si ricordano con gli occhi, altri con il cuore.
Il Salento, invece, si ricorda con il naso.
È una terra che si imprime nella memoria olfattiva con la forza di un profumo primitivo, non addomesticato, capace di risvegliare fantasie antiche, sogni di pelle, tracce di vissuto che precedono le parole.
Lecce profuma di pietra scaldata dal sole, di calce, di cera consumata nelle chiese silenziose.
Ogni strada ha un’eco di passato che mormora storie antiche, talvolta sussurrate da commercianti canuti e colti, che conservano la conoscenza, i ricordi, la saggezza dell’anima della città.
E poi ci sono gli odori immaginati – quelli che non ci sono, eppure ci avvolgono.
Quelli che la mente e il corpo ricostruiscono come per incanto: un vento salato che non arriva mai, il sudore di una danza estiva, la pelle di qualcuno che si desidera.
In pieno centro, fra una chiesa e l’altra, un odore improvviso e irresistibile mi ha fermata.
Era un aroma terrestre e familiare, che si insinuava nelle narici con la dolcezza delle cose autentiche.
Era il profumo della puccia rustica salentina: pane caldo impastato con cipolla rossa, pomodoro, olive nere e un filo d’olio.
Un odore profondamente mediterraneo, che parlava di casa, di fame antica, di mani impastate al mattino.
Nel Salento, l’olfatto diventa racconto.
Raccolgo questi odori come si raccoglie un ricordo: con pudore e con meraviglia.
Perché questa terra, così esposta alla luce, ha un’ombra profonda che solo il naso – e l’anima – possono davvero riconoscere.
Santa Maria di Leuca.
È la località del Salento che più mi ha impressionata per la sua bellezza luminosa e discreta.
Ci sono stata una sola intera giornata, eppure Leuca ha lasciato in me una traccia precisa, come fanno le cose che non si spiegano ma si sentono.
Tutto lì appare sospeso, rarefatto, come immerso in una dimensione altra.
C’erano pochissime persone. Il silenzio aveva un peso specifico, ma leggero.
E lo sguardo – libero da ostacoli, da distrazioni – poteva arrivare lontano, davvero lontano: visivamente e interiormente.
Anche i profumi sembravano più sottili, quasi diluiti nell’aria. Ma per questo più profondi, più veri.
Poi, il faro.
Imponente ma essenziale, sorge dove finisce la terra e comincia l’altrove.
Il faro di Santa Maria di Leuca, uno dei più importanti d’Italia, è una presenza verticale, silenziosa, che veglia sul confine tra Mar Ionio e Mar Adriatico.
La sua luce si spinge oltre i cinquanta chilometri, come un pensiero che viaggia lontano.
In quel punto preciso, l’olfatto tace.
L’aria è così pura, così sospesa, che il corpo si affida al silenzio.
Il faro è una colonna di luce che divide ciò che vediamo da ciò che immaginiamo.
Lì accanto, la Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae ci ricorda che, un tempo, questo era considerato il confine del mondo conosciuto.
E infine, passeggiare sul lungomare, dove le palme sembrano scandire un ritmo regolare ai pensieri – forse persino al vento che viene dal mare – che accarezza la pelle, sa di libertà.
Di partenze. E di ritorni.
Il Salento è anche questo: una sinestesia costante tra ciò che si vede e ciò che si annusa, tra ciò che è stato e ciò che si desidera.
Un luogo che non chiede di essere capito, ma ascoltato con i sensi.
E poi c’è stato un giorno speciale.
Un giorno in cui tutto questo – pietra, profumo, luce, silenzio – si è fatto rito.
Ero lì per un elegante e sentito matrimonio a Lecce, celebrato nella magnifica Basilica di Santa Croce.
Un luogo che ha la grazia della scultura e la solennità del mito.
Parole toccanti di un anziano Monsignore, arrivato dalla Sicilia per celebrare il rito.
Un odore di cera e di attesa, di fiori bianchi, di emozione trattenuta.
E il profumo, quel giorno, era quello di una promessa.
Intima e aperta alla gioia. Auguri cari agli sposi, F & P!




