Le atmosfere odorose di De Nittis

da

Ovvero quando gli odori giungono a noi.

“Entrare” nelle stanze che ospitavano le opere di De Nittis è stato davvero calarsi nelle atmosfere di cui egli ha espressamente parlato ma anche in cui ha vissuto e che ha ritratto.
Sì, è stata davvero una sorta di rêverie, amplificata dall’atmosfera di luci e ombre creata all’interno delle sale espositive.
Scrivere di questa mostra dedicata a De Nittis mi è sembrato un ottimo modo per iniziare a scrivere di cosa sia in effetti la rêverie.
Un’atmosfere morbida e piacevole, avvolgente , com’ era il mondo che De Nittis ha ritratto. Anche quando il paesaggio era urbano.
Davanti ad alcuni quadri ho avuto la sensazione netta di poterne immaginare- quasi sentire – l’odore. Questo ha destato in me grande curiosità. Conosco i meccanismi fisiologici che stanno alla base della funzione olfattiva e questo mi ha portata a fare alcune riflessioni.

E’ stato interessante mettermi in ascolto delle mie sensazioni. E così davanti alle opere dedicate alla sua terra d’origine, la Puglia, mi sembrava di sentire l’odore terroso di quella terra assolata caratterizzata da colori ocra e talvolta rossastri insieme ad una struggente malinconia.
De Nittis Ha lasciato presto la Puglia e nel 1867 si è trasferito a Parigi.
Il critico Léonce Bénédite lo definì “il più parigino di tutti i parigini”.

La maestria con la quale usa il colore bianco all’interno di scene en plein air è notevole. Ritrae spesso la moglie di bianco vestita, sola o con il loro bambino. Tutto odora di lindore e freschezza, tutto è come immerso in quel paesaggio estivo e leggero. Rilassato e familiare.
E’ stata però la stanza che ospitava quadri che avevano la neve come elemento comune che ha mobilitato il mio cervello più antico.
“Parigi è tutta bianca di neve. Una bianca coltre ricopre per tutta la lunghezza del viale i rami spogli, le poche foglie ancora attaccate e le grate dei cancelli.” G.D.N.
E ancora una volta mi sono chiesta, “Che odore ha la neve?” E soprattutto “Che odore avrà sentito De Nittis?”
Il sentore della neve riveste per me qualcosa di insondabile e di estremamente caro. Appartiene in modo profondo alla mia infanzia.
Atmosfere e odori sembrano essere più correlati di quanto si possa pensare.
Secondo la teoria del Prof. Tonino Griffero, docente di estetica all’università Tor Vergata di Roma, il termine atmosfera allude ad un “clima” presente in un ambiente.e a certe qualità sottili che spesso percepiamo attraverso il più antico e potente fra i sensi: l’olfatto.
Odori e atmosfere sono, secondo il professor Griffero, quasi-cose.
D’altronde, anche il marketing olfattivo si rifà, intenzionalmente o meno, a questa relazione tanto sottile quanto indissolubile.

“Una traccia di profumo, un odore lontano, può determinare una vera e propria atmosfera all’interno del mondo immaginario” scriveva Gaston Bachelard.
Da un punto di vista scientifico è assolutamente fondato dire che il profumo, attraverso il sistema olfattivo, ci porti delle emozioni, le nostre, le più profonde.
Questo suggerisce un “movimento” soggettivo delle nostre emozioni, intese come “qualcosa” che parte da noi, dalla nostra interiorità.
Ecco, la filosofia delle atmosfere di Griffero risulta originale e particolarmente interessante perché ipotizza che siano anche gli ambienti e le situazioni a trasmetterci emozioni.
Griffero definisce le atmosfere come “sentimenti spazializzati” ovvero che possono essere percepiti attraverso i sensi, in particolare modo attraverso l’olfatto.
La domande che a questo punto si impone è come sia possibile provare emozioni che stanno al di fuori di noi, apparentemente separate e fuori dal nostro controllo.
La nota teoria dei neuroni-specchio, dimostra come le immagini (anche solo pensate) possano attivare reazioni motorie consce o semi-consce
Ebbene, secondo Griffero, le atmosfere possono essere “captate” e tradotte in emozioni e, perché no, in sensazioni olfattive.
Un esempio semplice: l’odore di incenso e di candele induce al raccoglimento le persone presenti permeate di una certa spiritualità o religiosità.
Solitamente le atmosfere si generano in modo spontaneo, tuttavia Griffero nel suo libro Atmosferologia cita contesti quali la scenografia, la progettazione d’eventi, il marketing, gli allestimenti museali che ben si prestano a creare o ricreare queste atmosfere anche servendosi delle qualità espressive degli odori.
Ebbene, tornando a De Nittis, l’uso che egli fa della forma, del colore, la resa degli ambienti che ritrae, il movimento che animano i suoi personaggi all’interno di contesti urbani o campestri-rurali, ha una potenza evocativa in termini olfattivi che non ho mai riscontrato in altre mostre.
Nemmeno in quelle in cui, nelle sale espositive, vi era la diffusione di odori ricreati che volevano richiamare, enfatizzare, dare spessore ulteriore alle opere esposte.
Mostre peraltro curate in modo impeccabile.
Il nostro cervello è potente e l’olfatto costituisce il senso più antico che ci ha permesso di evolvere adattandoci, interpretando il mondo.
Dopo il 1880, anche per De Nittis, si parla di “giapponismo”.
Un’opera esposta a Palazzo Reale ha catturato la mia attenzione e stimolato, più che mai, il mio cervello rettiliano a immaginare – sentire odori.
Mi ha talmente emozionata da essermi dimenticata di fotografarla.
Si tratta de “Il kimono color arancio” (1883-1884) un’opera in cui il colore appare tanto denso quanto l’atmosfera in cui è immersa una donna, ritratta di spalle, con addosso un kimono arancione.
Una sensualità sottile eppure pregnante.
Odori di un interno piccolo, odore di pelle femminile, di capelli, di fiori esotici, odori forse muschiati, densi.
Talvolta, gli odori arrivano a noi, seguendo percorsi neurali conosciuti eppure misteriosi, non immediati da comprendere.
Il profumo, e tutto ciò che lo riguarda, ha per sua stessa natura un’aura di mistero che lo accompagna da secoli.
Sarebbe bello poterlo ritrovare più spesso nelle creazioni contemporanee.

“Per me è una visione del Giappone,
un’immagine di quella dolce vita del sognatore
al quale basta una distesa di cose bianche,
una pioggia di neve o una pioggia di fiori.
E’ la vita per la quale sono nato:
dipingere, ammirare, sognare”
G.D.N.

Griffero Tonino, Atmosferologia. Estetica degli spazi emozionali, Mimesis Edizioni, Milano, 2017
De Nittis.Pittore della vita moderna
Palazzo Reale, Milano, dal 24.02.2024 al 30.06.2024